109. La palla su San Girolamo

La chiesa di San Girolamo, come molte altre a Venezia, visse una sorte travagliata dopo le soppressioni napoleoniche. Nel 1807, la chiesa e il convento adiacente furono destinati ad altri usi. Tra il 1840 e il 1885, l’edificio fu trasformato in un mulino a cinque piani, il più moderno d’Italia, grazie a un brevetto svizzero, gestito dall’imprenditore Hans Stucky. Arrivato a Venezia nel 1841, Stucky si stabilì proprio di fronte alla chiesa di San Girolamo, e fu lì che conobbe Domenica Forti, una giovane veneziana che divenne sua moglie. Dal loro matrimonio nacque Giovanni Stucky nel 1843, futuro fondatore del celebre Molino Stucky alla Giudecca.
In seguito, il complesso divenne una fabbrica per la produzione di glucosio, con il campanile riconvertito in ciminiera, poi demolito. Solo nel 1952 la chiesa fu riaperta al culto.
Una curiosità sorprendente risale all’estate del 1849, durante la ribellione dei veneziani contro l’occupazione austriaca e la proclamazione della Repubblica di San Marco. L’esercito imperiale bombardò la città con una pioggia di palle di cannone. Una di queste colpì lo spigolo del tetto sopra la facciata del mulino, rimanendovi incastrata in modo quasi “miracoloso”.
Dopo più di 170 anni, quella palla è ancora lì. Nessuna targa, nessuna menzione: invisibile ai più, dimenticata persino da chi ci passa davanti ogni giorno. Eppure, è un frammento di storia incastonato nella pietra e nelle origini di una delle dinastie industriali più emblematiche della Venezia ottocentesca.

Sestiere di Cannaregio
sul frontone della facciata della Chiesa di San Girolamo in Fondamenta San Girolamo
Geolocalizzazione: 45.446163, 12.324954

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