
Chissà cosa voleva comunicarci l’anonimo artista che, nel 1644, con scalpello e maestria, incise una pantegana (completa di data) sulla colonna d’angolo del porticato di Palazzo Contarini Pisani, affacciato sul Canal Grande. Un gesto enigmatico: provocazione? denuncia? o semplicemente uno spaccato della quotidianità?
A quel tempo Venezia contava circa 125.000 abitanti. E se si applica il classico rapporto 1:4 tra persone e ratti, usato per stimare la presenza di roditori nelle grandi città, si arriva a una cifra impressionante: mezzo milione di pantegane. Un vero esercito, e non certo innocuo.
Con gli ingressi a filo d’acqua, i magazzini pieni di cereali e derrate, e le “scoazze” (i rifiuti) che si accumulavano nelle corti in attesa di essere smaltiti, l’ambiente era perfetto per la loro proliferazione. E quando la città si addormentava, erano loro a prendere possesso delle calli.
Oggi, quella pantegana è ancora lì, a ricordarci che Venezia non è fatta non solo di arte e bellezza, ma anche di sudditi con lunghe code e zampe agili.

Sestiere di Cannaregio 3694
sulla colonna d’angolo tonda in Fondamenta del Traghetto arrivando da Calle del Traghetto Vecchio da Campo San Felice
Geolocalizzazione: 45.441307, 12.332824