58. Il levantino col cuore in mano

il levantino col cuore in mano sul montante di destra

All’inizio del Cinquecento, Cesco Pizzigani, scalpellino veneziano di raro talento, aveva lasciato il segno sulla facciata della Scuola Grande di San Marco, scolpendo giochi prospettici che ancora oggi incantano lo sguardo. Ma la sorte, si sa, a Venezia è mutevole come la marea. Quando la giovane moglie Fiorinda si ammalò, Cesco vendette la bottega per curarla. Lei morì poco dopo, e lui si ritrovò solo, senza lavoro, a mendicare proprio davanti alla Scuola che aveva contribuito a decorare.
Con un vecchio chiodo, Cesco cominciò a incidere sulla pietra le sagome delle navi che vedeva passare poco distante. Ma un giorno, fu testimone di una scena tanto tragica da spingerlo a lasciare un’altra immagine, più inquieta: un uomo col turbante, con un cuore in mano.
Era la storia di un giovane levantino, figlio di madre veneziana e padre turco. Rifiutato da entrambe le comunità, viveva in bilico tra due mondi che non lo riconoscevano. La sua rabbia si riversava sulla madre, che lo amava più di ogni altra cosa. Una sera, accecato dall’ira, la uccise e le strappò il cuore. Fuggì con quel cuore tra le mani, ma inciampò sul primo gradino del ponte davanti alla Scuola. Il cuore rotolò a terra. E da quel cuore, si udì una voce:
“Figlio mio, ti sei fatto male?”
Il giovane, sconvolto, si gettò nella laguna, proprio di fronte al cimitero.
Ancora oggi, sui montanti del portale della Scuola, i graffiti di Cesco Pizzigani sono visibili: le navi sul lato sinistro, il levantino col cuore sul lato destro. Tracce di dolori che il tempo non ha cancellato.

le navi sul montante di sinistra

Sestiere di Castello
sui montanti destro e sinistro dell’ingresso della Scuola Grande di San Marco in Campo Santi Giovanni e Paolo
Geolocalizzazione: 45.439590, 12.341383

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