
Un campanile pieno di peripezie, davvero. Come tutti i campanili, nasce al servizio di una chiesa: in questo caso, quella di Sant’Agata, edificata nel 1088. Rimane miracolosamente indenne dopo l’incendio del 1105, che impone la ricostruzione della chiesa. Resiste anche all’ampliamento avvenuto tra il 1300 e il 1400, quando la chiesa viene ridedicata a San Boldo (una storpiatura popolare di Sant’Ubaldo), e supera senza danni una significativa ristrutturazione nel 1739.
Poi, nel 1797, arriva Napoleone e compie il suo scempio su Venezia. Con la soppressione del raffinato sistema commerciale ed economico veneziano, delle corporazioni e degli ordini religiosi, il perfetto equilibrio che la Serenissima aveva saputo costruire per garantire vita e prosperità viene spezzato.
A causa di ciò, nel 1806 la chiesa viene definitivamente chiusa (come altre settanta in quel periodo) e, abbandonata e priva di manutenzione, nel giro di vent’anni viene abbattuta per far spazio a nuove abitazioni. Il campanile, rimasto orfano, ne risente profondamente: non solo perde la sua funzione, ma viene mutilato ben al di sotto della cella campanaria.
Infine, trovandosi a ridosso di Palazzo Grioni, il campanile viene fisicamente collegato all’edificio e messo in comunicazione con esso tramite alcune aperture. Così, da struttura sacra, si trasforma in una singolare estensione residenziale, assumendo l’aspetto curioso e unico che possiamo ammirare ancora oggi.

il Campanile con la Chiesa di San Boldo e Palazzo Grioni come erano nel 1500
(tratto dalla Veduta di Venezia di Jacopo de’ Barbari – Museo Correr)
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in Campo San Boldo
Geolocalizzazione: 45.439523, 12.328633