
A prima vista, da lontano, non si direbbe affatto un capitello. Non ha nulla dell’aspetto consueto: né la pietra scolpita né il legno naturale incastonato nei muri, come si usa a Venezia. Potrebbe persino sembrare la serranda abbassata di una bancarella di fiori.
E invece, ci si trova davanti a un unicum veneziano: un antico capitello a forma di tempietto, interamente dipinto, in legno, poggiato a terra e sporgente dal muro. È dedicato a Sant’Antonio da Padova, e sotto il timpano una scritta ne ricorda l’anno di costruzione: 1668.
L’immagine sacra è protetta da un fitto cancelletto a due battenti, che sembra custodire non solo la figura, ma anche la memoria. Si narra che un tempo vi fosse un ritratto del Santo dipinto dal Tintoretto, che abitava poco distante, appena oltre il ponte.
La devozione a Sant’Antonio non nasce solo dalla vicinanza con Padova, ma da un legame più profondo: dal 1652, nella Basilica della Salute, a circa 1,5 km in linea d’aria, è custodito un avambraccio del Santo. Una reliquia che ha reso il culto tangibile, quasi domestico, e che forse ha ispirato questo piccolo tempio urbano.

Sestiere di Cannaregio (a dx di 2572)
in Calle Larga tra Fondamenta Misericordia e Fondamenta dei Mori
Geolocalizzazione: 45.444887, 12.331774