84. Il liagò del casino

Uno dei liagò più celebri di Venezia, e senz’altro atipico rispetto a quelli concepiti come spazi caldi e luminosi grazie all’esposizione solare, è quello del Casino Venier. I “Casino” erano luoghi di ritrovo e svago, talvolta di dissolutezza, ma anche autentici salotti letterari: vi si giocava d’azzardo, si ballava, si intrecciavano incontri galanti o si conversava con vivacità. L’accesso era spesso riservato a una cerchia ristretta di nobili, artisti e intellettuali. Nati nel Cinquecento, i “Casin” (termine derivato da “piccola casa”, noti anche come “ridotti”) proliferarono al punto che, a metà Settecento, se ne contavano ben 118 in città.
Il liagò del Casino Venier, collocato al primo piano in una stanza adiacente al salone centrale, aveva una funzione discreta e prevalentemente serale: permetteva di osservare dall’alto il passaggio sottostante, in particolare sul Ponte dei Bareteri, per cogliere il momento opportuno in cui uscire senza dare nell’occhio. Realizzato in legno e ancora dotato dell’antica grondaia, poggia su un piccolo balcone in pietra, ornato da una raffinata ringhiera in ferro battuto che racchiude l’unico stemma visibile all’esterno della nobile e antica famiglia Venier, proprietaria del palazzo.

Stemma a colori della famiglia Venier,
che annoverò anche un doge, riconoscibile dal corno ducale posto in cima.

Sestiere di San Marco (di fronte a 4929)
all’ingresso di Sotoportego de le Acque da Ponte dei Baretteri
Geolocalizzazione: 45.436174, 12.337626

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