
A Venezia lo sguardo ha sempre troppo da vedere. Tra calli, palazzi, riflessi e meraviglie, ci sono dettagli che sfuggono anche ai più attenti. Uno di questi è la presenza degli orologi pubblici, discreti ma affascinanti, disseminati tra la città e le isole. Pochi turisti li notano, eppure ce ne sono circa una trentina, divisi principalmente in due tipologie: quelli da parete, più numerosi, e quelli a sbalzo, leggibili da entrambi i lati e solitamente collocati agli angoli degli edifici.
La foggia è sorprendentemente uniforme: quadrante bianco, numeri romani neri, lancette in ferro battuto, calotta in metallo finemente lavorata e verniciata in verde. Un’estetica sobria, funzionale, ma con un’eleganza che resiste al tempo. Molti di questi orologi risalgono al primo Novecento, installati tra gli anni ’20 e ’40, in un’epoca in cui la puntualità era un valore civico e la tecnologia meccanica un orgoglio industriale.
La ditta più frequentemente associata alla loro produzione è la Solari di Udine, storica azienda fondata nel 1864 e celebre per i suoi orologi da stazione e da edificio pubblico.
Uno dei cinque orologi a sbalzo ancora visibili si trova proprio dopo il Ponte di Rialto, alla fine della Salizzada Pio X, prima di entrare in Campo San Bartolomio. Basta alzare lo sguardo verso l’alto, per vederlo vegliare silenzioso sul passaggio dei veneziani e dei viaggiatori. Un piccolo custode del tempo, che continua a scandire le ore in una città dove il tempo sembra essersi fermato.

Sestiere di San Marco (di fronte a 5170)
in Campo San Bortolomio all’incrocio con Salizzada Pio X
Geolocalizzazione: 45.437640, 12.336702