46. La meridiana di Sant’Alipio

Un tempo, il tempo si misurava con il sole, e la meridiana era lo strumento più diffuso per scandirne il passo. Venezia, a dire il vero, non ne ha mai fatto grande uso: lo si intuisce dal numero esiguo di meridiane sopravvissute, che si contano sulle dita di due mani. Colpa forse delle calli strette, dove il sole fatica a penetrare, oppure del suono onnipresente delle campane, che bastava a regolare la vita quotidiana.
Eppure, tra le poche rimaste, ce n’è una davvero singolare, all’esterno della Basilica di San Marco. Curiosa due volte. Primo, perché si trova incisa sulla prima colonna a sinistra della facciata: l’ombra si proietta su una superficie curva, e si dice che sia precisa solo a mezzogiorno. Secondo, perché è così essenziale, così discreta, da passare inosservata ai più, in netto contrasto con l’opulenza che avvolge ogni altro dettaglio della Basilica.
Eppure, chi si ferma a osservare con attenzione quella colonna, riesce ancora a scorgere le tracce del quadrante: un fragile reticolo inciso, che accoglieva l’ombra proiettata da uno gnomone forato, sagomato a forma di cucchiaio.
Questa meridiana è tradizionalmente ricordata con il nome del Santo che dava il nome al primo arco della facciata, Sant’Alipio, anche se oggi non è più rappresentato. Proprio quell’arco ospita il mosaico più antico della facciata, l’unico ancora originale: raffigura la traslazione del corpo di San Marco, e con essa, l’inizio simbolico del tempo veneziano.

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Sestiere di San Marco
in piazza San Marco sulla prima colonna della facciata della basilica di San Marco
Geolocalizzazione: 45.434673, 12.339228